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05.12.2011 |
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Basta davvero poco |
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Mi ero appena separato da mia moglie dopo 10 anni: dire che ero in crisi era dire poco. Poi un sabato piovoso ho deciso di andare al canile di Seriate, senza un particolare scopo, solo dare qualche carezza a qualsiasi cane mi capitasse a tiro. Inutile dire che ci ho passato tutto il pomeriggio, e il sabato dopo son tornato con due sacchetti pieni di biscotti per cani. "Zù" (da Zoolander, il suo nome, anche se al canile lo chiamavano "Bon") mi ha scelto così: tutti i suoi amici pelosi prendevano il biscotto dalle mie mani, lui no. Ha girato il muso dall'altra parte, come a dire "non lo voglio il tuo biscotto". Allora gli ho lasciato la mano vuota e aperta, col palmo verso l'alto, lui ci ha appoggiato sopra il muso e ha fatto un mugolio di piacere. Aveva solo "fame di coccole". Da allora l'ho adottato a distanza, per 6 lunghissimi mesi, fino a quando ho potuto portarlo a casa. Oggi sarebbe scorretto dire che siamo inseparabili: sono talmente dipendente dal suo amore, che la forma più corretta è "non riesco a separarmi da lui"!
Ad uso di tutti quelli che sono indecisi se portarsi uno di questi splendidi amici a casa, dico che basta poco. Ci sono tante leggende metropolitane in giro: il cane limita la tua libertà, il cane non può stare in appartamento, etc... Zù è di taglia grande, un vero lupo, ed io non ho un metro quadro di verde. Eppure vive da re sul tappeto del salotto, aspetta pazientemente che io sia in casa per poter andare a fare i bisogni fuori, è stato da me educato in due ore, non di più. E quello che ripaga in termini di amore è talmente inimmaginabile che qualsiasi piccolo sacrificio è tollerabile, anzi non lo si percepisce più come tale.
Ti voglio bene, Zù!
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